La Zeza di Bellizzi Irpino: Teatro Popolare dal ‘600 tra Maschere e Matrimoni Contrastati

Maria Salvatori
Di
Maria Salvatori
Maria Salvatori è una curiosa esploratrice di storie insolite e fatti dimenticati, sempre pronta a stupirsi e stupire. Con una passione speciale per aneddoti storici e...
leggi in 6 minuti

Hai mai immaginato uno spettacolo teatrale che intrattiene il pubblico con le stesse battute da più di quattro secoli? In un piccolo angolo dell’Irpinia esiste proprio questo: una tradizione culturale viva e vibrante che ha sfidato il passare del tempo.

Nel cuore della Campania, a Bellizzi Irpino, la “Zeza” continua a incantare generazioni di spettatori dal XVII secolo. Non si tratta di un semplice spettacolo, ma di un vero e proprio tesoro culturale che racconta, attraverso maschere e canti satirici, le dinamiche sociali e familiari che rimangono sorprendentemente attuali.

Mentre oggi ci appassioniamo a serie TV e reality show su matrimoni contrastati e conflitti familiari, a Bellizzi Irpino mettono in scena la stessa trama da 400 anni – con un fascino che il tempo non ha scalfito.

Cos’è la Zeza e perché è così speciale

La Zeza è una scenetta carnevalesca che viene eseguita nelle piazze al ritmo di trombone e grancassa. Al centro della rappresentazione c’è una storia matrimoniale contrastata che vede protagonisti Don Nicola, uno studente calabrese, e Tolla, il cui matrimonio viene ostacolato dal padre della ragazza, Pulcinella.

Il motivo dell’opposizione? Pulcinella è preoccupato di perdere la dote della figlia! Una trama semplice ma universale che attraversa i secoli rimanendo sempre attuale e divertente per il pubblico di ogni età.

Il nome “Zeza” deriva da uno dei personaggi principali dello spettacolo ed è un diminutivo di Lucrezia, che nella commedia dell’arte era tradizionalmente la moglie di Pulcinella. Con il passare degli anni, il termine è diventato anche un modo napoletano per indicare una donna “civettuola”.

Un teatro popolare che ha resistito al tempo

Ciò che rende davvero straordinaria la Zeza di Bellizzi Irpino è la sua incredibile longevità. Questa forma teatrale è sopravvissuta a guerre, rivoluzioni, cambiamenti sociali profondi e persino all’avvento delle moderne forme di intrattenimento digitale.

Lo spettacolo mantiene il suo formato originale di teatro di strada e di piazza, con i suoi elementi comico-farseschi che caratterizzavano la tradizione teatrale popolare campana del Seicento. È come se un frammento di storia si fosse cristallizzato, permettendoci di assistere oggi a uno spettacolo molto simile a quello che avrebbero visto i nostri antenati quattro secoli fa.

  • I costumi e le maschere mantengono elementi tradizionali
  • La musica e i canti satirici seguono melodie tramandate oralmente
  • I dialoghi conservano espressioni e forme linguistiche antiche
  • La struttura narrativa rispetta gli schemi classici della commedia popolare

Una tradizione che si espande oltre Bellizzi

Sebbene la versione di Bellizzi Irpino sia considerata una delle più autentiche e meglio conservate, la tradizione della Zeza ha trovato terreno fertile anche in diverse altre località della provincia di Avellino e oltre.

Varianti di questo spettacolo teatrale esistono infatti a Cervinara, Mercogliano, Capriglia Irpina, Monteforte Irpino, Volturara Irpina, Montoro, Solofra e Montemiletto. La tradizione si estende persino a San Leucio del Sannio, nella provincia di Benevento.

Ogni comunità ha sviluppato negli anni la propria particolare versione della Zeza, con piccole variazioni che riflettono le specificità locali ma mantenendo intatta l’essenza della rappresentazione.

Un carnevale che racconta la nostra storia

Durante il periodo di Carnevale, le strade e le piazze di Bellizzi Irpino si animano con i colori e i suoni della Zeza. È un momento in cui l’intera comunità si riunisce, non solo per divertirsi, ma anche per riaffermare la propria identità culturale e mantenere vivo un legame con le proprie radici.

I personaggi mascherati che popolano questa rappresentazione non sono semplici figure di fantasia, ma incarnano archetipi sociali e familiari che continuano a esistere nella società italiana: il padre preoccupato per il futuro della figlia, il giovane innamorato, la sposa contesa.

Attraverso la satira e l’umorismo, la Zeza riesce a trattare temi universali come l’amore, il conflitto generazionale, gli interessi economici e le convenzioni sociali – temi che rimangono sorprendentemente attuali anche dopo secoli.

Un patrimonio culturale da preservare

La Zeza di Bellizzi Irpino rappresenta molto più di un semplice intrattenimento: è un documento storico vivente, un’espressione artistica autentica che ci permette di connetterci con il passato in modo diretto e tangibile.

Nell’era della globalizzazione e dell’omologazione culturale, tradizioni come questa assumono un’importanza ancora maggiore. Sono testimonianze di una ricchezza culturale locale che rischia di scomparire se non adeguatamente valorizzata e tramandata alle nuove generazioni.

Assistere a una rappresentazione della Zeza significa fare un viaggio nel tempo, immergendosi in un’atmosfera che conserva l’essenza dell’Italia rurale e delle sue tradizioni. È un’esperienza che ci ricorda come il teatro popolare sia stato, prima dell’avvento dei moderni mezzi di comunicazione, il principale veicolo di intrattenimento, critica sociale e condivisione culturale.

La prossima volta che ti troverai in Irpinia durante il periodo di Carnevale, non perdere l’occasione di assistere a questo straordinario spettacolo. Scoprirai che alcune storie, nonostante i secoli trascorsi, non smettono mai di farci ridere e riflettere sulle piccole e grandi dinamiche della vita quotidiana.

Maria Salvatori è una curiosa esploratrice di storie insolite e fatti dimenticati, sempre pronta a stupirsi e stupire. Con una passione speciale per aneddoti storici e piccole grandi curiosità quotidiane, ama portare alla luce ciò che molti ignorano e condividere con ironia e leggerezza tutto "quel che non sapevi".
11 commenti