Lo sapevi che nel cuore del Medioevo, a Siena, si votava con le fave? Sembra quasi la trama di una leggenda cittadina, eppure è tutto vero: nel 1298 esisteva in questa città toscana un sistema di voto segreto davvero all’avanguardia per l’epoca. Ma davvero la democrazia segreta è nata tra i vicoli di Siena, molto prima che il voto “moderno” diventasse la norma?
Scopriamo insieme cosa rendeva così speciale questo metodo di votazione. Ti racconterò non solo i dettagli storici, ma anche qualche curiosità che ti farà guardare Siena con occhi diversi. E se pensavi che solo le urne elettroniche fossero sinonimo di innovazione… preparati a ricrederti! Se ti incuriosiscono le tradizioni e i primati della Toscana, puoi trovare altri segreti e leggende di questa regione.
Come funzionava il voto con fave bianche e nere?
Immagina una riunione tra cittadini o membri di una corporazione importante. Ci sono decisioni da prendere: chi sarà il prossimo eletto? Chi otterrà un incarico delicato? Invece di alzare la mano (rischiando di esporsi troppo!), si faceva ricorso a un sistema semplice ma ingegnoso:
- Ogni votante riceveva due “pallotte”, ossia fave, una bianca e una nera.
- Le fave corrispondevano a un “sì” (la bianca) o a un “no” (la nera).
- Il votante, in modo segreto, inseriva la fava scelta in appositi contenitori chiamati “bossoli del sì e del no”.
Così, nessuno poteva sapere chi aveva votato cosa. Solo a fine scrutinio si aprivano i bossoli e si contavano i voti. Un sistema semplice, ma di una modernità sorprendente!
L’eccezionalità del sistema senese… ma non fu il primo?
Forse adesso stai pensando: “Ma Siena è stata la prima al mondo a inventare il voto segreto?” Qui la storia si fa ancora più interessante. Le fonti ci dicono che il metodo senese era famoso e studiato anche in altre città, tanto da essere citato come esempio perfetto di correttezza e anonimato nelle votazioni. Persino il celeberrimo predicatore Savonarola, parlando ai fiorentini, consigliava di “prendere esempio dai Senesi”.
Tuttavia, attenzione a non esagerare! Non è possibile dire con certezza che sia stato il primo sistema di voto segreto democratico al mondo. Altre forme simili si trovavano infatti anche in altre città-stato italiane e probabilmente in civiltà più antiche. Di sicuro però, il fatto che Siena abbia lasciato traccia nei suoi statuti e nella memoria collettiva resta davvero notevole.
Curiosità, domande e miti da sfatare
- La data del 1260, spesso collegata a questo sistema, riguarda più la celebre battaglia di Montaperti e il voto religioso alla Madonna che l’introduzione del voto segreto vero e proprio.
- Il sistema delle fave non si limitava alle grandi scelte: veniva usato anche in contesti più piccoli, come nelle arti e nelle corporazioni cittadine di Siena.
- Gli “scrutatori” dell’epoca controllavano che il voto fosse segreto e imparziale, una vera e propria garanzia di trasparenza.
Forse ti starai chiedendo: come facevano a evitare i trucchi? Beh, ogni bossolo era sorvegliato e la divisione dei contenitori impediva ogni mix di fave… un bel sistema “anti brogli”, molto prima che la parola truffa diventasse di uso comune!
Perché questa storia parla ancora a noi?
Sapere che, già più di sette secoli fa, si sentiva il bisogno di voti segreti e non influenzati fa riflettere. Il desiderio di libertà, di esprimere la propria opinione senza pressioni, non è una conquista recente. Spesso pensiamo alla democrazia come sinonimo di modernità. In realtà, c’erano città pioniere, come Siena, che ne avevano già intuito il potenziale.
La prossima volta che passi davanti al Palazzo Pubblico di Siena, magari ricorda che tra quelle antiche mura si “giocava” con la democrazia, un chicco – anzi, una fava – alla volta. Il genio toscano non finisce mai di stupire, vero?
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- Lascia la tua domanda: la storia è piena di piccole grandi curiosità!
Oh ma che roba, votare con le fave, chi ci pensava? Davvero i senesi erano più avanti pure su ‘ste cose, mica come adesso che sembra tutto moderno. Se ci pensi oggi col clima che cambia e tutte ‘ste crisi, forse ci vorrebbe proprio tornare a sistemi semplici ma geniali così. Secondo me la gente avrebbe più fiducia nei voti. Alla fine queste tradizioni insegnano più della tecnologia nuova.
E pensa che una volta bastavano due fave per votare onestamente, oggi nemmeno coi computer ci riusciamo! Sempre a peggiorare ci siamo, altro che progresso. Ma davvero questi sistemi semplici reggerebbero con tutto sto casino climatico e tecnologico? Io dico che si stava meglio prima, almeno noi vecchi capivamo qualcosa!
Ma pensa te, avevano inventato una roba così furba già nel Medioevo e l’abbiamo pure dimenticata per secoli! Sempre a cercare novità moderne, quando invece basterebbe dare un’occhiata a queste trovate antiche. Poi ci lamentiamo che oggi la gente non si fida e parla di brogli… Chi lo avrebbe mai detto che una fava poteva essere più sicura di mille computer? Peccato davvero che queste idee geniali sono finite nel dimenticatoio.
Oh mamma, non pensavo che già nel Medioevo fossero così avanti con idee come il voto segreto! Sembra quasi magia usare delle fave per decidere tutto senza litigare. Siena è proprio un posto speciale, altro che storie moderne!
Mah, mica male sta cosa delle fave, però sinceramente non è roba che m’interessa tanto. Comunque il racconto si legge bene, si vede che chi ha scritto sa il fatto suo.