Torre Guinigi di Lucca: storia dei cinque lecci sul giardino pensile

Silvana Ascione
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Silvana Ascione
Silvana Ascione, attenta osservatrice del quotidiano e narratrice dal sorriso pronto, ha la capacità rara di trasformare piccoli dettagli in grandi scoperte. Su Quel che non...
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Hai mai sentito parlare della Torre Guinigi di Lucca? Immagina una torre medievale sormontata da un vero bosco in cielo. Sette lecci secolari troneggiano dal suo tetto, regalando ai visitatori uno spettacolo inaspettato sospeso tra storia e natura.

Questa meraviglia architettonica ti sorprenderà per il suo mix unico di simbolismo, ingegneria e leggenda, che affonda le radici nel cuore della Toscana e nella storia della famiglia che l’ha voluta. Se vuoi saperne di più sulla storia e sui dettagli unici che rendono questa torre così affascinante, scopri la Torre Guinigi di Lucca: il giardino pensile con 7 lecci secolari.



Storia della Torre Guinigi e della famiglia

La Torre Guinigi nasce nel XIV secolo quando la potente famiglia Guinigi – banchieri e mercanti tra i più ricchi di Lucca – decide di lasciare un segno indelebile sulla città. Alta circa 44 metri e realizzata in pietra e mattoni rossi, la torre è uno degli ultimi esempi di torri private medievali rimaste intatte in Italia.

I Guinigi hanno voluto la torre non solo come simbolo di potere economico, ma anche come segno di rinascita e di amore per la città. Per secoli la torre ha dominato Lucca, testimoniando epoche di splendore e difficoltà.

Il giardino pensile: simbolo dei lecci secolari

Ciò che rende davvero unica questa torre è il suo giardino pensile. La famiglia Guinigi vi piantò sette lecci secolari, trasformando il tetto in un luogo quasi magico.
Questo “bosco in cielo” aveva un chiaro significato: i lecci rappresentavano forza, immortalità e la voglia di inaugurare una nuova era per Lucca.

  • I lecci sono simbolo di eternità
  • La torre è una delle poche ad avere un vero giardino pensile medievale
  • Ogni albero ha oltre cento anni

Una leggenda narra che Paolo Guinigi, uno degli ultimi signori di Lucca, piantò l’albero più alto. Si dice che abbia perso le foglie quando fu catturato, come segno della sua caduta.

CuriositàDettaglio
Epoca costruzioneXIV secolo (1300-1399)
Numero lecciSette
SimbolismoRinascita e potere della famiglia Guinigi
TipologiaGiardino pensile unico tra le torri medievali

Come visitare la Torre Guinigi oggi

La Torre Guinigi è oggi patrimonio del Comune di Lucca e aperta al pubblico. Salendo circa 230 scalini, puoi ammirare l’incredibile vista su tutta la città e sulle colline circostanti, protetto dall’ombra dei maestosi lecci.

  • Ingresso a pagamento, con orari stagionali
  • Adatto a famiglie e turisti curiosi
  • Consigliato abbigliamento comodo per la salita

Nei dintorni trovi altre torri medievali, musei e le famose mura di Lucca: un’occasione perfetta per un itinerario storico-naturale.

In sintesi

  • La Torre Guinigi è famosa per il suo giardino pensile di sette lecci.
  • I lecci furono piantati come simbolo di rinascita e potere dalla famiglia Guinigi.
  • La torre offre un panorama unico su Lucca.
  • È una delle poche torri medievali private rimaste intatte.
  • Visitare la torre è un’esperienza tra storia e natura.

Domande frequenti

Perché sono stati piantati i lecci sulla Torre Guinigi?

I lecci rappresentavano forza e rinascita, simboli cari alla famiglia Guinigi per segnare la loro epoca di splendore.

Quanti alberi ci sono sulla Torre Guinigi?

Sulla Torre Guinigi svettano sette lecci secolari, non cinque come spesso si crede.

Si può visitare la Torre Guinigi?

Sì, è aperta al pubblico tutto l’anno, con orari e biglietto d’ingresso.

Ci sono leggende legate ai lecci della torre?

La leggenda più nota è quella dell’albero di Paolo Guinigi, che perse le foglie alla sua caduta.

La Torre Guinigi racconta una storia fatta di simboli, famiglia e natura. Oggi puoi viverla di persona, respirando il fascino di un vero bosco sospeso tra le nuvole. Sei pronto a scoprire uno dei panorami più sorprendenti che l’Italia possa offrire?

Silvana Ascione, attenta osservatrice del quotidiano e narratrice dal sorriso pronto, ha la capacità rara di trasformare piccoli dettagli in grandi scoperte. Su Quel che non sapevi si dedica con passione e ironia a temi come tradizioni popolari, curiosità linguistiche e strane abitudini dal mondo, convinta che ciò che consideriamo ordinario possa rivelarsi straordinario, se solo guardato da un'altra prospettiva.
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