Tabarchino a Carloforte: storia e curiosità del dialetto ligure

Alessio Barbieri
Di
Alessio Barbieri
Alessio Barbieri è un curioso di professione e instancabile esploratore di vicende insolite. Ama scavare negli angoli più nascosti di storia, scienza e cultura popolare, svelando...
leggi in 5 minuti


Hai mai sentito parlare del tabarchino? Questo affascinante dialetto ligure, radicato nell’Isola di San Pietro e in particolare a Carloforte, racchiude una storia di migrazioni, identità e resilienza culturale. Ancor oggi, a distanza di secoli, il tabarchino rimane una delle rarità linguistiche più sorprendenti del Mediterraneo: un dialetto ligure che ha attraversato la Tunisia prima di stabilirsi in Sardegna.

Ma come è arrivato il tabarchino alle porte della Sardegna? E perché questa lingua è oggi un tesoro vivente? Scopriamolo insieme, e lasciati stupire da uno dei casi più singolari nel panorama dei dialetti italiani.



Storia e origine del tabarchino

La storia del tabarchino inizia nel XVI secolo, quando alcuni pescatori e corallari liguri si stabilirono sulla piccola isola di Tabarca al largo della Tunisia. Fuggendo dalla povertà ma alla ricerca di fortuna grazie al commercio del corallo, portarono con sé il loro dialetto ligure e le tradizioni genovesi e liguri.

Per quasi due secoli, la comunità rimase isolata. Nel 1738, a causa di tensioni politiche e della scarsità di risorse, molte famiglie tabarchine accettarono l’offerta di trasferirsi in Sardegna, sull’Isola di San Pietro. Da qui nasce Carloforte, fondata dai discendenti dei coloni originari.

  • Migrazione dalla Liguria a Tabarca
  • Insediamento sull’isola di Tabarca (Tunisia)
  • Nuova fondazione di Carloforte in Sardegna
  • Mantenimento del dialetto e delle tradizioni liguri

Dove si parla tabarchino oggi?

Oggi il tabarchino viene parlato soprattutto a Carloforte (Isola di San Pietro), ma resta vivo anche a Calasetta (Sant’Antioco). In questi centri, il dialetto rappresenta un vero e proprio emblema identitario, distintivo rispetto al sardo circostante.

Il numero di parlanti si attesta intorno alle 10.000 persone. Ecco dove si conserva:

  • Carloforte (Isola di San Pietro)
  • Calasetta (Sant’Antioco)

La trasmissione del tabarchino avviene ancora in famiglia e, in alcuni casi, nelle scuole locali. Questo contribuisce a mantenerlo vivo, nonostante la pressione linguistica dell’italiano e del sardo. Altri esempi di comunità che conservano con orgoglio le proprie lingue e tradizioni in Italia sono i Walser nelle Alpi, noti per la difesa della loro lingua e identità.

Le caratteristiche uniche del tabarchino

Il tabarchino conserva molte parole, suoni e costruzioni tipiche del genovese settecentesco, ma si è arricchito di influenze arabe e sarde. Questa lingua è un documento vivente della storia delle migrazioni mediterranee.

Nel confronto col dialetto genovese attuale, emergono sia somiglianze sia particolari differenze fonetiche e lessicali. Ecco un esempio pratico tra genovese e tabarchino:

ItalianoGenoveseTabarchino
CasaCäsaCàsa
PadrePaèPàe
PescePesciuPescio
GrazieGrazieGràçie

Parlare tabarchino, oggi, significa tenere viva una memoria collettiva che dà senso di appartenenza e orgoglio, oltre a distinguere queste comunità nel variegato mosaico linguistico italiano. L’Italia è infatti ricca di minoranze linguistiche: il friulano ne è un altro esempio di straordinaria resilienza linguistica.

In sintesi

  • Il tabarchino è un dialetto ligure seicentesco, tuttora parlato in Sardegna.
  • Nasce dall’incredibile migrazione ligure dalla Tunisia a Carloforte.
  • Rappresenta un caso unico di preservazione linguistica nel Mediterraneo.
  • L’identità tabarchina si fonda su lingua, storia e tradizioni condivise.
  • Ancora oggi si insegna e si vive, soprattutto a Carloforte e Calasetta.

Domande frequenti

Quali sono le principali differenze tra il tabarchino e il dialetto genovese?

Il tabarchino mantiene forme antiche del genovese, ma presenta influenze arabe e sarde assenti nel dialetto genovese attuale.

Come ha influenzato la storia di Tabarca lo sviluppo del tabarchino?

L’isolamento a Tabarca ha permesso al dialetto di conservarsi, integrando vocaboli arabi prima del trasferimento in Sardegna.

Esistono altre varietà del ligure oltre al tabarchino?

Sì, esistono altre varietà come il genovese, portorrechese e intemelio, ma il tabarchino è una delle più particolari.

Conoscere la storia del tabarchino vuol dire riscoprire il fascino delle migrazioni mediterranee e il valore profondo della diversità linguistica. La prossima volta che visiterai Carloforte, prova ad ascoltare una conversazione: coglierai un frammento di storia viva. Sei pronto a lasciarti sorprendere?

Alessio Barbieri è un curioso di professione e instancabile esploratore di vicende insolite. Ama scavare negli angoli più nascosti di storia, scienza e cultura popolare, svelando quelle chicche sorprendenti che non sapevi di voler conoscere. Con ironia e passione, accompagna i lettori di Quel che non sapevi in un viaggio sempre nuovo alla scoperta del lato più affascinante e inatteso della conoscenza.
Nessun commento