Sextantio: l’hotel diffuso che ha salvato Santo Stefano di Sessanio

Maria Salvatori
Di
Maria Salvatori
Maria Salvatori è una curiosa esploratrice di storie insolite e fatti dimenticati, sempre pronta a stupirsi e stupire. Con una passione speciale per aneddoti storici e...
leggi in 5 minuti


Lo sapevi che esiste un borgo italiano in cui le strade hanno cambiato identità? Santo Stefano di Sessanio, arroccato tra le montagne d’Abruzzo, era una volta un borgo fantasma, dimenticato dal tempo. Oggi, quelle stesse stradine acciottolate sono diventate i corridoi di un hotel diffuso. Sembra assurdo? Continua a leggere, perché qui la realtà supera l’immaginazione.

Immagina di aprire la porta della tua stanza d’albergo e, invece di trovarti davanti a un anonimo corridoio, fare un passo fuori e trovarti immerso in un intero paese medievale. Sei tu l’ospite e il borgo è la tua “casa diffusa”. Un progetto visionario ha reso possibile tutto questo, trasformando un luogo abbandonato in una perla ricettiva senza eguali.



Sextantio: la rinascita di un borgo fantasma

  • Come nasce Sextantio: Dietro questa rivoluzione c’è Daniele Kihlgren, imprenditore svedese innamorato dell’Italia autentica. Il suo sogno? Salvare Santo Stefano di Sessanio dall’oblio senza snaturarne l’anima.
  • Il concetto di albergo diffuso: Nessuna hall extralusso, nessun edificio moderno fuori posto. Tutto resta com’era: le stanze sono all’interno delle case medievali, i muri raccontano storie antiche, i dettagli sono curati, ruspanti e veri. Se sei curioso di scoprire un altro caso emblematico di rinascita, guarda cosa è successo a Solomeo, il borgo rilanciato da Brunello Cucinelli.
  • Un paese trasformato in esperienza: Qui la reception può essere nascosta dietro una porta di legno che sembra quella di una vecchia bottega. I vicoli diventano passaggi privati e ogni angolo offre scorci suggestivi. Non esistono percorsi preconfezionati: è il paese a diventare la tua avventura.

Un viaggio nel tempo tra le vie (e i “corridoi”) del borgo

  • Architettura e autenticità: Nessun trucco, solo rispetto della storia. Le tecniche costruttive sono quelle originarie. Pietra, legno, ferro – materiali che hanno resistito ai secoli e ai terremoti.
  • Esperienza immersiva: Se sogni una notte tra fiaccole e mura spesse, qui puoi davvero viverla. Le camere sono spartane ma accoglienti, con oggetti che sembrano freschi di Medioevo (o quasi).
  • Cultura e gastronomia: Non solo relax. Puoi gustare piatti tipici nel ristorante del borgo, partecipare a eventi culturali o andare alla scoperta delle tradizioni locali. Più che una vacanza, sembra un viaggio indietro nel tempo.

Perché quest’idea sorprende così tanto?

  • Rovesciare lo spazio: Strano pensare che le antiche vie pubbliche, un tempo percorse da contadini e pastori, siano diventate ora i “corridoi” di un hotel. È un ribaltamento geniale delle regole dell’ospitalità. Un’altra storia affascinante di recupero e memoria puoi trovarla nel borgo di Pentedattilo, risorto tra arte e mistero.
  • Salvare il passato con creatività: Chi avrebbe mai creduto che un borgo abbandonato potesse rinascere grazie all’ospitalità diffusa? Qui la storia non si conserva, si vive. Un mix di audacia e rispetto che vale una visita – e una riflessione.

Curiosità e domande che forse ti stai facendo

  • Esistono altri borghi diventati hotel? Sì, la formula dell’albergo diffuso in Italia sta guadagnando sempre più successo. Molti piccoli centri in via di estinzione stanno scoprendo una nuova vita proprio in questo modo. Un altro esempio, stavolta sotto una suggestiva rupe, è Balma Boves, il villaggio sotto la roccia abitato fino agli anni ’50.
  • Come ha reagito la comunità locale? Non tutti all’inizio erano convinti. Ma oggi molti abitanti sono diventati parte attiva dell’iniziativa: nell’artigianato, nella ristorazione, nell’accoglienza. Il paese si è popolato di nuovo, anche se in modo diverso.

In conclusione, Santo Stefano di Sessanio e il progetto Sextantio ci insegnano che il passato può essere una risorsa spettacolare, soprattutto se guardato con occhi nuovi. Hai mai pensato di camminare in un corridoio… di pietra, sotto le stelle? Qui non è solo possibile: è la normalità, e il futuro dell’accoglienza in Italia potrebbe partire proprio da qui.

Maria Salvatori è una curiosa esploratrice di storie insolite e fatti dimenticati, sempre pronta a stupirsi e stupire. Con una passione speciale per aneddoti storici e piccole grandi curiosità quotidiane, ama portare alla luce ciò che molti ignorano e condividere con ironia e leggerezza tutto "quel che non sapevi".
5 commenti