Hai mai pensato che la tratta degli schiavi a Venezia sia stata vietata molto prima del XIX secolo? Probabilmente la risposta è no. Eppure, nel lontano 876, mentre gran parte d’Europa viveva ancora secondo le regole feudali, la Serenissima faceva una mossa inaspettata e radicale.
- Venezia e la tratta degli schiavi nel 876
- Il contesto europeo: uno sguardo comparato
- Distinguiamo tratta e schiavitù domestica
- In sintesi
- Domande frequenti
- Perché Venezia vietò la tratta degli schiavi?
- Cosa cambiò con il divieto del 876?
- Altre città europee avevano già proibito la tratta prima di Venezia?
- Qual è la differenza tra tratta e schiavitù domestica?
- Fonti & Approfondimenti
Oggi puoi scoprire come questa decisione storica abbia ribaltato ciò che spesso pensiamo sull’abolizionismo e sulla schiavitù nel Medioevo. Preparati a vedere la storia da un’altra prospettiva!
Venezia e la tratta degli schiavi nel 876
Nell’anno 876, sotto il Doge Orso Partecipazio, Venezia promulgò una legge che vietava la tratta degli schiavi via mare. Questa norma proibiva la vendita, l’acquisto e il trasporto di schiavi nella Laguna e rendeva illegale pagarne il passaggio. Era una misura sorprendente se confrontata con il resto d’Europa, dove la schiavitù restava una pratica consolidata.
- Il decreto nasceva dal contesto ecclesiastico e politico: Papa Zaccaria aveva già vietato la tratta di cristiani.
- Venezia aveva interesse a mantenere buoni rapporti commerciali con Roma e gli altri stati cristiani.
- Il divieto fu rafforzato nel 960 sotto il Doge Pietro IV Candiano, confermando la posizione netta della città.
| Anno | Evento storico veneziano |
|---|---|
| 876 | Divieto formale della tratta degli schiavi via mare |
| 960 | Rafforzamento e conferma del divieto |
Il contesto europeo: uno sguardo comparato
In quegli anni, il resto d’Europa era ancora lontanissimo da qualsiasi accenno di abolizionismo (secondary keyword). Gli stati europei legavano l’economia rurale e la struttura sociale alla schiavitù o a forme servili. Solo tra il XVIII e il XIX secolo cominciarono le lotte per abolire la tratta e la schiavitù in Inghilterra, Francia, Spagna e negli altri grandi paesi europei.
Venezia anticipò tutti, almeno sul piano del commercio degli schiavi, mostrando una sorprendente capacità di innovazione sociale – pur senza abolire la schiavitù domestica. Puoi approfondire la storia unica e la longevità della Repubblica di Venezia qui.
- La tratta era vietata, ma molte famiglie veneziane continuarono a possedere schiavi privati.
- Il divieto veneziano si concentrava sul commercio e il trasporto, non sulla servitù in sé.
- Altri stati del Mediterraneo seguirono molto più tardi con leggi simili.
Distinguiamo tratta e schiavitù domestica
Il termine “tratta degli schiavi” indica il commercio e il trasporto organizzato di schiavi attraverso confini, spesso via mare. Tale pratica, nel Mediterraneo del Medioevo, era molto diffusa. Ma vietare la tratta non significava abolire del tutto la schiavitù.
I nobili veneziani e le famiglie benestanti potevano ancora acquisire schiavi, soprattutto non cristiani, per servitù domestica. Il divieto riguardava i traffici su larga scala, ma la schiavitù privata sopravvisse a lungo, persino nel XVI e XVII secolo (secondary keyword: schiavitù nel Medioevo). Un altro esempio di legislazione avanzata nel Mediterraneo è quella della Carta de Logu della Sardegna, che nel 1392 introdusse importanti innovazioni legali anche per i diritti delle donne.
| Tipologia | Cos’era vietato | Cosa era ancora lecito |
|---|---|---|
| Tratta | Vendita, acquisto, trasporto via mare | Nulla |
| Schiavitù domestica | – | Proprietà privata di schiavi |
Questo rende la legislazione veneziana tanto pionieristica quanto complessa e dimostra come sia importante distinguere tra abolizione della tratta e fine della schiavitù in senso assoluto.
In sintesi
- Venezia proibì la tratta degli schiavi già nell’876, secoli prima del resto d’Europa.
- Il divieto riguardava il commercio di schiavi, non la schiavitù privata domestica.
- L’iniziativa veneziana ribalta l’immagine comune sull’abolizionismo.
- Le ragioni furono anche politiche e religiose, non solo umanitarie.
- Differenziare tratta e schiavitù è essenziale per capire il fenomeno storico.
Domande frequenti
Perché Venezia vietò la tratta degli schiavi?
Per motivi politici, religiosi e per pressioni papali: si voleva evitare il commercio di cristiani e mantenere rapporti diplomatici.
Cosa cambiò con il divieto del 876?
La tratta fu proibita, ma la schiavitù domestica privata continuò a esistere per secoli.
Altre città europee avevano già proibito la tratta prima di Venezia?
No, Venezia fu tra le primissime nell’intero panorama europeo e mediterraneo.
Qual è la differenza tra tratta e schiavitù domestica?
La tratta è il commercio organizzato; la schiavitù domestica riguarda il possesso privato di schiavi.
Capire come la storia della tratta degli schiavi a Venezia abbia anticipato di secoli le grandi rivoluzioni abolizioniste ci aiuta a guardare il passato senza preconcetti. Rifletti: quanti altri episodi simili aspettano solo di essere scoperti?
