Ospedale Sant’Andrea di Vercelli: 800 Anni di Storia al Servizio dei Pellegrini

Rita Guida
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Rita Guida
Rita è una cercatrice di tracce nascoste e dettagli sfuggiti ai più, scrive di storia, curiosità culturali e stranezze del mondo contemporaneo con un mix irresistibile...
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Ti sei mai chiesto come fosse l’assistenza sanitaria nel Medioevo? In un’epoca priva di antibiotici, anestesia e conoscenze mediche moderne, esistevano già luoghi dedicati alla cura e all’assistenza dei bisognosi. Uno di questi luoghi, straordinariamente, continua la sua missione ancora oggi dopo ben otto secoli di storia ininterrotta.

Nel cuore di Vercelli sorge l’Ospedale Sant’Andrea, una delle istituzioni sanitarie più antiche d’Italia, fondata nel lontano 1224. Mentre l’Europa era immersa nel pieno Medioevo, questa straordinaria struttura apriva le sue porte non solo ai malati, ma anche ai pellegrini in viaggio e ai poveri in cerca di rifugio. Un esempio sorprendente di carità organizzata in un’epoca in cui il concetto di “servizio sanitario” era ancora lontano dall’essere concepito.

Una nascita nobile per uno scopo caritatevole

L’Ospedale Sant’Andrea non nacque per caso. Fu il cardinale Guala Bicchieri, figura di spicco della diplomazia ecclesiastica del XIII secolo, a volerne la fondazione. Dopo importanti missioni diplomatiche in Francia e in Inghilterra (dove contribuì persino alla stesura della Magna Charta!), il cardinale tornò nella sua Vercelli con un ambizioso progetto: costruire non solo una basilica, ma anche un ospedale dedicato ai più bisognosi.

La costruzione dell’ospedale richiese circa un anno e venne inaugurato precisamente nel novembre del 1224. Il cardinale lo destinò espressamente “ad refectionem pauperum” – un’espressione latina che indicava l’accoglienza di tutti i poveri, malati e sani, ma anche pellegrini e bambini abbandonati.

Ti sorprenderà sapere che questa istituzione sorse strategicamente lungo la via francigena, l’importante rotta di pellegrinaggio che attraversava l’Europa per giungere a Roma. L’ospedale rappresentava quindi un fondamentale punto di ristoro e assistenza per i viandanti esausti dopo lunghi viaggi a piedi.

Otto secoli di assistenza ininterrotta

Pensa un attimo: quando l’Ospedale Sant’Andrea apriva le sue porte, Dante Alighieri non era ancora nato, Marco Polo non aveva ancora intrapreso il suo viaggio verso la Cina e la bussola era appena stata introdotta in Europa. Da allora, questa istituzione ha attraversato:

  • Il tardo Medioevo e le sue devastanti epidemie
  • Il Rinascimento e le sue rivoluzioni culturali
  • L’età moderna con le sue trasformazioni politiche
  • Le due guerre mondiali del XX secolo
  • Fino ai giorni nostri, adattandosi continuamente ai cambiamenti della medicina e della società

Nel 2024 si celebra proprio l’ottavo centenario dalla sua fondazione, con varie iniziative commemorative che sottolineano l’importanza storica di questa istituzione. Una continuità di servizio straordinaria che pochi altri enti possono vantare non solo in Italia, ma in tutta Europa.

L’architettura originaria: un viaggio nel tempo

La struttura originale dell’ospedale era ben diversa da come la immaginiamo oggi. Inizialmente consisteva di un ampio ambiente, oggi conosciuto come “Salone Dugentesco”, e di un elegante portico colonnato antistante.

L’amministrazione dell’ospedale fu affidata ai canonici della Congregazione di San Vittore (detti vittorini), sotto la guida di Tommaso Gallo, nominato priore dell’intero complesso che comprendeva basilica, monastero e ospedale.

Se oggi potessi fare un salto nel passato e visitare l’ospedale nel XIII secolo, troveresti:

  • Monaci e religiosi che si occupavano dell’assistenza ai malati
  • Spazi comuni dove i pellegrini potevano riposare
  • Aree dedicate alla preparazione di rimedi a base di erbe
  • Un ambiente che fungeva sia da luogo di cura che di conforto spirituale

Un modello di assistenza sociale ante litteram

Ciò che rende davvero sorprendente la storia dell’Ospedale Sant’Andrea è il concetto di assistenza sociale che esso incarnava già nel XIII secolo. In un’epoca in cui la malattia era spesso considerata una punizione divina e i poveri erano largamente ignorati, questa istituzione rappresentava un approccio rivoluzionario alla cura del prossimo.

L’ospedale non si limitava a offrire cure mediche con i mezzi limitati dell’epoca, ma forniva anche:

  • Vitto e alloggio per i bisognosi
  • Rifugio sicuro per i pellegrini in viaggio
  • Assistenza ai bambini abbandonati
  • Conforto spirituale a chi ne aveva bisogno

Si trattava di un vero e proprio sistema di welfare medievale, sorprendentemente avanzato per i suoi tempi, che combinava assistenza medica, sociale e spirituale in un unico luogo.

Un’eredità che continua nel presente

Oggi l’Ospedale Sant’Andrea continua la sua missione, sebbene in forma moderna e adattata alle esigenze contemporanee. La sua straordinaria storia di dedizione e cura rappresenta un filo conduttore che collega il nostro presente alle radici più profonde della cultura europea dell’assistenza e della solidarietà.

Quando passi davanti a un ospedale moderno, pensa che istituzioni come il Sant’Andrea di Vercelli hanno gettato le basi, otto secoli fa, per quello che oggi diamo per scontato: un sistema organizzato di cura e assistenza per chiunque ne abbia bisogno.

La prossima volta che visiti Vercelli, prenditi un momento per ammirare questa istituzione storica. Dietro quelle mura si nascondono 800 anni di storie di sofferenza, guarigione, compassione e dedizione che costituiscono una delle eredità più preziose della nostra storia sociale e sanitaria.

Rita è una cercatrice di tracce nascoste e dettagli sfuggiti ai più, scrive di storia, curiosità culturali e stranezze del mondo contemporaneo con un mix irresistibile di ironia e rigore. Su Quel che non sapevi propone articoli che sorprendono e incuriosiscono, decisa a sfatare luoghi comuni e stimolare la voglia di approfondire, perché alla fine, dice lei, ciò che impariamo per caso è spesso quello che ci resta più impresso.
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