Orcolat, il gigante delle montagne: la leggenda friulana dietro i terremoti

Rita Guida
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Rita Guida
Rita è una cercatrice di tracce nascoste e dettagli sfuggiti ai più, scrive di storia, curiosità culturali e stranezze del mondo contemporaneo con un mix irresistibile...
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Hai mai sentito parlare dell’Orcolat? In Carnia, si dice che i terremoti siano quelli che tu percepisci quando questo orco gigante si agita sotto le montagne. Una leggenda dal fascino potente, capace di spiegare con creatività e folklore ciò che la natura a volte rende spaventoso.

Nelle valli friulane, la paura dei terremoti trova conforto in una narrazione condivisa. E tu, ti sei mai chiesto come nascono queste storie?



Orcolat: chi è il gigante dei terremoti?

L’Orcolat è una creatura mostruosa della mitologia friulana: il suo nome significa letteralmente “orco grande e terribile”. Si racconta che viva rinchiuso sotto le montagne della Carnia, addormentato dopo aver mangiato funghi velenosi. Ogni suo sussulto è capace di scuotere la terra – provocando quelli che la gente chiama proprio orcolat, cioè i terremoti in Carnia. Vuoi scoprire altri miti legati a forze della natura nelle Alpi?

  • Origine nel dialetto friulano: “Orco Lat” (grande orco)
  • Abita caverne profonde e oscure
  • I suoi movimenti sono la causa mitica dei terremoti
Elemento Significato nella leggenda
Orcolat Personificazione dei terremoti, orco che dorme sottoterra
Dormire Simboleggia quiete, rotta solo dai sismi
Funghi velenosi Motivo del suo sonno apparentemente eterno

Folklore friulano e terremoti: una spiegazione apotropaica

Perché affidare i terremoti a un orco gigante? È un modo per domare la paura con qualcosa di riconoscibile, dotandola persino di una funzione protettiva (apotropaica). Nel folklore friulano, raccontare dell’Orcolat significa darsi una spiegazione – per quanto magica – di fenomeni inspiegabili e violenti. Questa narrazione ha radici profonde, tramandate di generazione in generazione. Conosci il valore della lingua friulana nella conservazione di tradizioni e racconti?

  • La leggenda aiuta la comunità a sentirsi unita
  • Trasforma la paura in cultura condivisa
  • Offre un volto “familiare” a eventi drammatici

L’Orcolat dal 1976 a oggi: simbolo di resilienza

Il terremoto del 1976 segna una svolta: da evento mitico a trauma reale. Dopo il disastro, la figura dell’Orcolat diventa il simbolo stesso della tragedia. Le persone rievocano la leggenda per raccontare e processare l’accaduto, rafforzando il suo ruolo nel presente. Così, l’orco gigante si trasforma anche in un elemento di memoria collettiva. Vuoi leggere come eventi tragici e leggende si intrecciano in altre zone del Friuli? Scopri la tragedia del Vajont e le sue ombre leggendarie.

Anno Ruolo della leggenda
Prima del 1976 Spiegazione popolare dei terremoti
Dopo il 1976 Simbolo culturale di resilienza e rinascita

Oggi, l’Orcolat è usato in racconti, opere d’arte e dibattiti pubblici per esorcizzare la paura e rafforzare l’identità friulana.

In sintesi

  • L’Orcolat spiega i terremoti con una narrazione accessibile e affascinante.
  • Offre alla comunità protezione simbolica e senso di appartenenza.
  • La leggenda si è rafforzata dopo il terremoto del 1976.
  • I suoi dettagli (gigante addormentato, funghi velenosi) rendono unica la mitologia friulana.
  • Continua oggi a ispirare arte e tradizioni locali.

Domande frequenti

Quali sono le origini della leggenda dell’Orcolat?

Nacque dal bisogno di spiegare i terremoti in Carnia con una storia semplice e condivisa.

Come ha influenzato il terremoto del 1976 la percezione dell’Orcolat?

Ha rafforzato il legame tra leggenda e identità locale, rendendo l’Orcolat simbolo di memoria e resilienza.

Esistono riti o tradizioni popolari legate all’Orcolat?

Alcuni racconti suggeriscono piccoli riti casalinghi per “calmare” l’Orcolat, specie tra i più anziani.

L’Orcolat non è solo una leggenda: è il modo in cui la Carnia affronta il mistero della natura e trasforma la paura in una storia che puoi anche tu raccontare.

Rita è una cercatrice di tracce nascoste e dettagli sfuggiti ai più, scrive di storia, curiosità culturali e stranezze del mondo contemporaneo con un mix irresistibile di ironia e rigore. Su Quel che non sapevi propone articoli che sorprendono e incuriosiscono, decisa a sfatare luoghi comuni e stimolare la voglia di approfondire, perché alla fine, dice lei, ciò che impariamo per caso è spesso quello che ci resta più impresso.
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