Lo sapevi che dietro uno dei più affascinanti viaggi interplanetari della storia c’è anche una tecnologia tutta italiana? La missione Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), quella che nel 2014 ci ha fatto vedere per la prima volta “da vicino” una cometa, nasconde un piccolo grande segreto: il ruolo fondamentale di Leonardo, azienda con radici solide nel Lazio, e delle sue società Selex ES e Thales Alenia Space.
Magari ti chiederai: in che modo un’azienda italiana ha lasciato il segno in un’avventura spaziale così incredibile? Scopriamo insieme come la genialità nostrana abbia contribuito a una delle imprese più straordinarie mai realizzate dall’uomo nello spazio.
Un viaggio cosmico con un cuore tutto italiano
Quando si parla di missioni spaziali, spesso si pensa solo a NASA, astronauti e razzi lanciati dalla Florida. Eppure, dietro le quinte della missione Rosetta, ci sono competenze e tecnologie che parlano italiano. Leonardo – già Finmeccanica – insieme a Selex ES e Thales Alenia Space, ha saputo dare un contributo davvero speciale a questo viaggio nell’ignoto.
- Selex ES e Thales Alenia Space hanno collaborato allo sviluppo di strumenti scientifici come VIRTIS (per studiare la superficie della cometa) e GIADA (analisi della polvere spaziale).
- Questi strumenti hanno permesso agli scienziati di studiare struttura, composizione, temperatura e segreti dei gas e delle polveri di 67P – la cometa protagonista dell’impresa.
- Grazie a Thales Alenia Space, Rosetta ha potuto contare su un “ponte radio” digitale indispensabile per comunicare con la Terra, oltre al coordinamento delle fasi di assemblaggio, integrazione e test della sonda.
Non è un caso: il Lazio, cuore pulsante dell’aerospazio italiano, conta oltre 300 aziende attive nel settore e più di 23.000 persone impegnate ogni giorno a guardare oltre l’atmosfera.
Rosetta, Philae e il piccolo grande errore comune
Forse hai sentito dire che è stato il “satellite Rosetta” a posarsi sulla cometa. In realtà, le cose sono andate un po’ diversamente… Ed è qui che la storia si fa ancora più interessante!
- Nel 2014, l’atterraggio storico sulla cometa non è toccato alla sonda principale Rosetta, bensì al lander Philae, una “navicella nella navicella” progettata per scendere sulla superficie.
- Rosetta ha invece continuato ad orbitare intorno alla cometa, raccogliendo dati e inviando informazioni preziose a Terra fino al termine della missione, nel 2016, quando la sua avventura è finita con uno spettacolare “schianto controllato”.
Immagina: decine di strumenti scientifici (molti dei quali progettati o coordinati proprio nel nostro Paese) che, insieme, ci hanno permesso di vedere dove nessun altro era mai arrivato prima.
La tecnologia fa la differenza (specialmente quando parla italiano)
Perché è così importante questa collaborazione? Perché senza la competenza di aziende come Leonardo – e delle sue divisioni Selex ES e Thales Alenia Space – oggi avremmo meno informazioni sulla composizione e sul comportamento delle comete. Il loro lavoro si traduce in dati, immagini e scoperte che cambiano quello che sappiamo sull’origine del Sistema Solare e, forse, anche sulle nostre stesse origini.
- Dall’analisi della polvere cometaria alle comunicazioni interplanetarie: fisica, ingegneria e passione si incontrano tra le mura (anzi, i laboratori) italiani!
- Oltre Rosetta, la collaborazione tra queste aziende e l’ESA ha dato vita a tante altre missioni spaziali di successo.
Il tutto con la creatività e la concretezza che rendono unica la scienza italiana nel mondo.
Conclusione: orgoglio italiano… fin dove arriva lo spazio!
La prossima volta che vedrai un servizio sulle esplorazioni spaziali, ricorda: non sempre bisogna andare troppo lontano per trovare storie di innovazione e successo. A volte, un piccolo dettaglio – come una sonda spaziale dotata di strumenti made in Italy – può fare una grande differenza nell’universo della scienza!
E se vuoi scoprire altre curiosità sullo spazio (e non solo), continua a seguirci: il prossimo grande sogno potrebbe nascere proprio vicino casa tua.
Oh finalmente qualcuno che lo dice chiaro che gli italiani ci sanno fare anche nello spazio! Questa cosa dei materiali super resistenti e delle tecnologie nostre che aiutano pure l’ambiente mi fa andare in brodo di giuggiole. Gli antichi costruivano strade che stanno ancora lì dopo duemila anni, guarda un po’! Noi italiani abbiamo proprio la stoffa, peccato che ce lo dimentichiamo spesso. Ma chi altri manda polvere di cometa in laboratorio con classe tutta nostra?
Eh, guarda che roba! Prima usavamo materiali che si fondevano col posto, tipo il cemento romano, mica come adesso che tutto viene da fuori. Pure nello spazio abbiamo messo il nostro zampino, altro che americani. Si vede che quando ci mettiamo, l’ambiente e la testa nostra fanno ancora la differenza! Che peccato che ora si copi solo e si sperimenta poco con il vero genio italiano.
Tutta ‘sta tecnologia spaziale, ma poi cammini per Roma e cadi in una buca d’asfalto! Sicuri che sappiamo davvero costruire meglio dei romani, o era meglio il loro cemento?