Ti sei mai chiesto fin dove possa spingersi la curiosità umana nello studio del cervello e della comunicazione? C’è una storia che sembra uscita da un romanzo di fantascienza, ma è avvenuta davvero: coinvolge neuroscienze, allucinogeni, vasche di deprivazione sensoriale e… delfini. Sembra incredibile, ma tutto questo ha un nome preciso: John Lilly.
Se il mix tra scienza estrema e esplorazione della mente ti affascina, preparati a scoprire uno degli esperimenti più bizzarri e controversi del Novecento, ma anche uno dei più discussi quando si parla di limiti della ricerca.
Chi era John Lilly e perché ha lasciato il segno nella storia delle neuroscienze?
- Un pioniere degli “stati alterati di coscienza”: John C. Lilly (1915–2001) era un medico, neuroscienziato e scrittore americano. La sua ossessione? Studiare il cervello, le percezioni e le possibili forme di comunicazione, anche quelle tra specie diverse.
- L’invenzione della vasca di deprivazione sensoriale: Hai presente quei film dove qualcuno galleggia in una vasca buia senza stimoli? Ecco, Lilly progettò la prima di queste “vasche” proprio per capire cosa succede alla mente privata di suoni, luce e movimenti. Se ti incuriosisce il tema della percezione e dei suoi misteri, scopri di più su come la memoria e la mente influenzano chi siamo.
- Un ricercatore senza paura del proibito: Negli anni ’70 Lilly iniziò a utilizzare sostanze psichedeliche, tra cui la ketamina, per esplorare i confini della coscienza, spesso mentre era nella vasca.
Lilly si iniettò ketamina e si immerse nella vasca per esplorare il funzionamento della mente umana. Cercava risposte alle grandi domande sulla percezione, non tanto la comunicazione coi delfini (come spesso si racconta). Anche se, attenzione, un certo collegamento c’è…
Lilly, delfini e droghe: c’è davvero un collegamento?
- Delfini come “alieni intelligenti” sulla Terra? Negli anni ’60, Lilly fu tra i primi studiosi a voler comunicare con i delfini. Era convinto che questi animali fossero intelligenti quanto gli umani e che, chissà, potessero persino trasmettere immagini mentali (telepatia sonora?). Vuoi scoprire altre spettacolari strategie di comunicazione e comportamenti animali?
- Esperimenti separati, miti combinati: Le fonti più autorevoli ci dicono che le sue celebri vasche di deprivazione sensoriale venivano usate per lo studio della mente umana, spesso associate all’assunzione di ketamina. Gli esperimenti sui delfini furono invece un altro progetto, iniziato anni prima. Lilly provò alcune sostanze anche con gli animali, come l’LSD, ma non ci sono prove che abbia usato la ketamina coi delfini né che la vasca servisse a “parlare” con loro.
- Perché questa storia ci affascina così tanto? Forse perché tocca tanti tasti insieme: il mistero della mente, il desiderio di comunicare con altre specie, il coraggio (o la follia?) di chi va dove nessuno è mai andato.
Ma cosa cercava davvero Lilly?
- Attraverso la ketamina e l’isolamento sensoriale, voleva capire se la mente umana potesse accedere a stati di coscienza “superiori”.
- Con i delfini, sognava di scoprire nuovi linguaggi e mondi interiori, oltre il confine della nostra specie.
- Nonostante le sue idee rivoluzionarie, moltissimi scienziati le criticarono (anche aspramente): i suoi protocolli erano spesso poco rigorosi e le sue teorie troppo fantasiose.
Alla fine, la storia di John Lilly ci parla tanto di scienza quanto di limiti. Fino a che punto può arrivare la curiosità? Quando la ricerca diventa esplorazione dell’inconscio? Se vuoi altre storie ai confini della ricerca scientifica e delle scoperte rivoluzionarie, non perdere questa selezione.
Box informazioni: Fatti chiave e domande ancora aperte
- Lilly ha davvero “parlato” con i delfini? No, ma gli dobbiamo alcune delle prime ricerche sulle potenzialità comunicative dei cetacei.
- Ha scoperto qualcosa con ketamina e vasca? Soprattutto nuove frontiere della percezione e dell’io, anche se la comunità scientifica rimane molto scettica su molte sue affermazioni.
- Perché se ne parla ancora oggi? Perché ha avuto il coraggio (o la sconsideratezza?) di provare ciò che nessuno aveva mai osato, lasciando domande che ancora non hanno risposta.
Scopri di più se vuoi approfondire:
- La pagina Wikipedia di John C. Lilly
- L’articolo The Psychonaut You Never Heard Of
- Call of Chicago: John C. Lilly, One-Man Mythos
- The Ketamine Secrets of ‘Ecco the Dolphin’
La scienza è fatta anche di storie come quella di Lilly: non sempre forniscono certezze, ma ci ricordano quanto sia grande il desiderio di spingersi “oltre”. Tu quanto ti spingeresti in là pur di scoprire qualcosa di mai visto?
Ma guarda te che roba, non sapevo proprio niente di sto Lilly e delle sue vasche strane. Certi scienziati hanno una fantasia che io proprio non me la immagino. Ma sarà vero che coi delfini si può parlare così? La testa umana è un mistero più grande della lotteria! Però oh, la curiosità davvero porta la gente dove neanche ci si sogna.
Che storia assurda, proprio roba da film questa di Lilly! Mi fa impazzire quanto fosse avanti coi suoi esperimenti, anche rischiando tutto proprio per la curiosità. Oggi tutti a parlare di test e prove di laboratorio super sicure, ma lui andava oltre ogni regola. Non so se fosse genio o completamente fuori di testa, ma senza gente così la scienza sarebbe noiosa. A me queste storie mi fanno venire voglia di studiare di più il passato!
Oh ma queste storie mi fanno impazzire! Sta roba di Lilly sembra un film, invece è successo per davvero. Certo che la voglia di andare oltre i limiti è una cosa che non si spegne mai, bella roba!
Oh, questi antichi che avevano già capito tutto sulla mente e sulla natura! Oggi sembra che scopriamo sempre l’acqua calda, ma loro la cercavano nei delfini e nella testa. Che fantasia e che coraggio, altro che adesso che si ha paura di tutto! Secondo me la scienza bisogna provarla così, anche un po’ fuori dalle righe. Una volta si ragionava troppo meglio, si dava valore a chi ci metteva davvero la testa!
Storie come questa mi lasciano sempre un po’ così, eh. Va bene la curiosità, ma chi paga tutta sta roba? Bella l’idea di resistere nel tempo come le scogliere, però una ricerca deve pure stare in piedi coi soldi. Se queste sperimentazioni costassero poco e durassero a lungo avrebbe senso. Altrimenti, restano solo sogni per chi può permetterseli.