Giotto e il lapislazzuli: il blu prezioso della Cappella Scrovegni

Silvana Ascione
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Silvana Ascione
Silvana Ascione, attenta osservatrice del quotidiano e narratrice dal sorriso pronto, ha la capacità rara di trasformare piccoli dettagli in grandi scoperte. Su Quel che non...
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Hai mai sentito parlare di un pigmento così raro da valere più dell’oro? Immagina di entrare in una cappella dove le pareti non sono solo affrescate: sono letteralmente tempestate del blu più intenso mai visto, ottenuto con una pietra preziosa arrivata da terre lontanissime. Siamo a Padova, all’inizio del Trecento. Giotto, uno degli artisti più rivoluzionari della storia, sta lavorando a quello che sarà il suo capolavoro: la Cappella degli Scrovegni.

Ma qual è il segreto nascosto dietro a quel blu così profondo e luminoso? Perché proprio il blu aveva un valore così speciale? E cosa ci racconta oggi questa scelta geniale, che ha lasciato a bocca aperta generazioni di visitatori?



Il blu più prezioso dell’arte medievale

Lo sapevi che, nel Medioevo, il blu era quasi un colore “da ricchi”? Il merito (o la colpa) è del lapislazzuli, una pietra semi-preziosa arrivata dall’attuale Afghanistan. Da questa roccia si ricavava il famoso blu oltremare, un pigmento così raro che, al tempo di Giotto, superava il valore dell’oro. E non per modo di dire: a parità di peso, costava di più!
Questo approfondimento racconta la sorprendente storia del blu nella Cappella degli Scrovegni.

  • Preziosissimo: Il lapislazzuli arrivava da miniere distantissime e il trasporto era complicato e costoso.
  • Simbolico: Il blu così ricco aveva un forte valore religioso e simboleggiava la purezza, il divino e il cielo stesso.
  • Riservato ai grandi: Solo i committenti più facoltosi potevano permettersi ampi spazi di blu oltremare. Enrico Scrovegni, il ricco mercante che volle la Cappella, certamente non lesinò spese!

Giotto e l’azzurro che cambiò la storia

Giotto non era solo un pittore: era un innovatore. Nella Cappella degli Scrovegni (Padova, 1303-1305), trasformò il modo di raccontare il sacro, rendendo le scene più “umane”, emotive e coinvolgenti che mai.

  • L’azzurro della volta: Se alzi lo sguardo, vedi un cielo dipinto con il blu lapislazzuli. Un blu intenso, quasi ipnotico, punteggiato di stelle dorate.
  • Un investimento d’arte: L’uso massiccio di pigmento pregiato rivela la volontà di creare un’opera senza precedenti, degna di essere ricordata nei secoli.
  • Un messaggio nascosto: Il blu “ultraterreno” trasmetteva al visitatore un senso di meraviglia e di sacralità, spalancando la porta su un altro mondo. Scopri altri simbolismi nascosti nell’arte

Curiosità e domande: perché proprio il blu?

Forse te lo sei chiesto: perché spendere così tanto per dipingere di blu e non, per esempio, di rosso o verde? La risposta è doppia:

  • Prestigio e fede: Il blu simboleggiava il paradiso, la Vergine Maria, la luce divina. Investire in questo colore era un atto di devozione… ma anche una prova visibile di ricchezza e potere.
  • Scelta stilistica: Il blu oltremare era ineguagliabile per luminosità e intensità. Le alternative, come l’azzurrite, semplicemente non reggevano il confronto.

Questo “blu dei cieli” è così mitico che, ancora oggi, viene messo a confronto con sogni, emozioni e stati d’animo. Pensaci: quante volte l’azzurro intenso ti trasmette serenità, stupore, rispetto?
Se ti affascinano i cieli artistici, scopri il segreto del cielo stellato a mosaico di Ravenna.

Oro… o blu?

Infine, una piccola provocazione: se dovessi scegliere tra oro e lapislazzuli, cosa ti porti a casa? Nel Medioevo, un artista come Giotto forse non avrebbe dubbi. E di certo, quando entri nella Cappella Scrovegni e resti col naso all’insù, un po’ capisci il perché!

Scopri di più: Se ti ha colpito questa storia o vuoi sapere come venivano realizzati i pigmenti preziosi, ricordati che ogni colore ha la sua avventura. E l’arte, spesso, è fatta anche di questi dettagli nascosti sotto la superficie.

Silvana Ascione, attenta osservatrice del quotidiano e narratrice dal sorriso pronto, ha la capacità rara di trasformare piccoli dettagli in grandi scoperte. Su Quel che non sapevi si dedica con passione e ironia a temi come tradizioni popolari, curiosità linguistiche e strane abitudini dal mondo, convinta che ciò che consideriamo ordinario possa rivelarsi straordinario, se solo guardato da un'altra prospettiva.
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