Hai mai sentito parlare di un pigmento così raro da valere più dell’oro? Immagina di entrare in una cappella dove le pareti non sono solo affrescate: sono letteralmente tempestate del blu più intenso mai visto, ottenuto con una pietra preziosa arrivata da terre lontanissime. Siamo a Padova, all’inizio del Trecento. Giotto, uno degli artisti più rivoluzionari della storia, sta lavorando a quello che sarà il suo capolavoro: la Cappella degli Scrovegni.
Ma qual è il segreto nascosto dietro a quel blu così profondo e luminoso? Perché proprio il blu aveva un valore così speciale? E cosa ci racconta oggi questa scelta geniale, che ha lasciato a bocca aperta generazioni di visitatori?
Il blu più prezioso dell’arte medievale
Lo sapevi che, nel Medioevo, il blu era quasi un colore “da ricchi”? Il merito (o la colpa) è del lapislazzuli, una pietra semi-preziosa arrivata dall’attuale Afghanistan. Da questa roccia si ricavava il famoso blu oltremare, un pigmento così raro che, al tempo di Giotto, superava il valore dell’oro. E non per modo di dire: a parità di peso, costava di più!
Questo approfondimento racconta la sorprendente storia del blu nella Cappella degli Scrovegni.
- Preziosissimo: Il lapislazzuli arrivava da miniere distantissime e il trasporto era complicato e costoso.
- Simbolico: Il blu così ricco aveva un forte valore religioso e simboleggiava la purezza, il divino e il cielo stesso.
- Riservato ai grandi: Solo i committenti più facoltosi potevano permettersi ampi spazi di blu oltremare. Enrico Scrovegni, il ricco mercante che volle la Cappella, certamente non lesinò spese!
Giotto e l’azzurro che cambiò la storia
Giotto non era solo un pittore: era un innovatore. Nella Cappella degli Scrovegni (Padova, 1303-1305), trasformò il modo di raccontare il sacro, rendendo le scene più “umane”, emotive e coinvolgenti che mai.
- L’azzurro della volta: Se alzi lo sguardo, vedi un cielo dipinto con il blu lapislazzuli. Un blu intenso, quasi ipnotico, punteggiato di stelle dorate.
- Un investimento d’arte: L’uso massiccio di pigmento pregiato rivela la volontà di creare un’opera senza precedenti, degna di essere ricordata nei secoli.
- Un messaggio nascosto: Il blu “ultraterreno” trasmetteva al visitatore un senso di meraviglia e di sacralità, spalancando la porta su un altro mondo. Scopri altri simbolismi nascosti nell’arte
Curiosità e domande: perché proprio il blu?
Forse te lo sei chiesto: perché spendere così tanto per dipingere di blu e non, per esempio, di rosso o verde? La risposta è doppia:
- Prestigio e fede: Il blu simboleggiava il paradiso, la Vergine Maria, la luce divina. Investire in questo colore era un atto di devozione… ma anche una prova visibile di ricchezza e potere.
- Scelta stilistica: Il blu oltremare era ineguagliabile per luminosità e intensità. Le alternative, come l’azzurrite, semplicemente non reggevano il confronto.
Questo “blu dei cieli” è così mitico che, ancora oggi, viene messo a confronto con sogni, emozioni e stati d’animo. Pensaci: quante volte l’azzurro intenso ti trasmette serenità, stupore, rispetto?
Se ti affascinano i cieli artistici, scopri il segreto del cielo stellato a mosaico di Ravenna.
Oro… o blu?
Infine, una piccola provocazione: se dovessi scegliere tra oro e lapislazzuli, cosa ti porti a casa? Nel Medioevo, un artista come Giotto forse non avrebbe dubbi. E di certo, quando entri nella Cappella Scrovegni e resti col naso all’insù, un po’ capisci il perché!
Scopri di più: Se ti ha colpito questa storia o vuoi sapere come venivano realizzati i pigmenti preziosi, ricordati che ogni colore ha la sua avventura. E l’arte, spesso, è fatta anche di questi dettagli nascosti sotto la superficie.
A me fa impazzire pensare che pure Vitruvio, se avesse visto quel blu, sarebbe rimasto di stucco come noi oggi!
Ma che roba, il blu fatto col lapislazzuli è proprio una bellezza, altro che i colori di oggi. Mi ha colpito la storia della cristallizzazione dei composti, non la sapevo mica. Nel green building adesso si cerca di fare pigmenti più naturali, assomiglia un po’ a quei tempi lì. Sarebbe bello saperne qualcosa di più su queste tecniche antiche e se si possono usare ancora oggi.
Sempre belli questi racconti, ma io mi chiedo se davvero conoscevano tutto o andavano un po’ a caso. Come per gli acquedotti: magari gli è andata bene e basta!
Eh, che meraviglia questo blu! Come Vitruvio diceva, certe cose restano eterne, e qui c’è poesia che ti va nel cuore.