Hai mai sentito parlare dei funghi radiotrofi di Chernobyl? Sembra quasi incredibile: dove la radioattività uccide tutto, esiste un organismo che, invece, prospera nutrendosi proprio di ciò che ci appare letale. Fenomeni simili di adattamenti eccezionali si ritrovano anche nel regno vegetale, dove le piante straordinarie mostrano capacità sorprendenti.
- Cladosporium sphaerospermum: il fungo nero di Chernobyl
- Radiosintesi: battere la radioattività con la melanina
- Perché studiare i funghi radiotrofi?
- In sintesi
- Domande frequenti
- Come funziona la radiosintesi nei funghi radiotrofi?
- Quali sono le proprietà uniche di Cladosporium sphaerospermum?
- Questi funghi sono utili agli umani?
- Conclusione
- Fonti & Approfondimenti
A Chernobyl, nell’area contaminata, questi funghi neri non solo sopravvivono, ma crescono forti sfruttando una fonte di energia che per noi è veleno: le radiazioni. Ma come fanno? E perché questa scoperta sta rivoluzionando la scienza?
Cladosporium sphaerospermum: il fungo nero di Chernobyl
Tra i funghi radiotrofi, la specie più nota è sicuramente Cladosporium sphaerospermum. Cresce spontaneamente tra le rovine radioattive, ricoprendo le pareti del reattore numero 4 con strati neri che sembrano quasi un’armatura naturale.
Questi funghi sono distinti dal loro colore scuro dovuto alla grande quantità di melanina. La melanina è il segreto della loro straordinaria resistenza e capacità di sfruttare l’energia delle radiazioni.
| Caratteristica | Cladosporium sphaerospermum | Funghi comuni |
|---|---|---|
| Resistenza a radiazioni | Estrema | Bassa |
| Pigmentazione (melanina) | Molto alta | Bassa o assente |
| Nutrimento principale | Radiazioni (radiosintesi) | Materia organica |
| Habitat ideale | Zone contaminate | Foreste, terreni umidi |
Radiosintesi: battere la radioattività con la melanina
Il meccanismo di sopravvivenza di questi funghi si chiama radiosintesi. Un processo simile alla fotosintesi delle piante, ma al posto della luce solare, qui si utilizza l’energia delle radiazioni ionizzanti. Un esempio altrettanto sorprendente si ritrova nella grotta Movile, dove la vita prospera in assenza di luce grazie alla chemiosintesi.
La melanina assorbe i raggi gamma e converte questa energia in “cibo” chimico, supportando il metabolismo del fungo. Così, Cladosporium sphaerospermum può crescere dove quasi nessun altro essere vivente potrebbe anche solo sopravvivere.
- La melanina offre una protezione naturale dai danni cellulari.
- Il fungo incrementa la sua crescita con livelli di radiazione superiori.
- Utilizza un meccanismo biochimico unico ancora oggetto di studio.
Perché studiare i funghi radiotrofi?
Questi organismi non sono solo una curiosità scientifica, ma potrebbero avere applicazioni fondamentali per il nostro futuro. Dalla bonifica delle aree contaminate dall’uomo alla protezione degli astronauti in missione su Marte, i funghi radiotrofi rappresentano una possibile risorsa biotecnologica rivoluzionaria.
Studi attuali suggeriscono che queste colonie potrebbero essere “coltivate” come biobarriere naturali, aprendo scenari inediti sia per la Terra che per lo spazio. In natura, esistono altri esempi di adattamenti estremi, come la rana dei boschi nordamericana, capace di sopravvivere congelata durante l’inverno.
In sintesi
- I funghi radiotrofi si nutrono di radiazioni letali per altri esseri viventi.
- La melanina è il loro “scudo” e motore energetico.
- Queste specie potrebbero aiutare a bonificare ambienti radioattivi.
- Cladosporium sphaerospermum cresce dove nessun altro può.
- Lo studio di questi funghi potrebbe rivoluzionare la protezione da radiazioni in ambienti estremi.
Domande frequenti
Come funziona la radiosintesi nei funghi radiotrofi?
I funghi radiotrofi assorbono le radiazioni attraverso la melanina, trasformandole in energia chimica che utilizzano per crescere.
Quali sono le proprietà uniche di Cladosporium sphaerospermum?
Resiste a livelli estremi di radioattività e usa la melanina per convertire energia atomica in nutrimento.
Questi funghi sono utili agli umani?
Sì, potrebbero essere impiegati per la decontaminazione di zone radioattive o come schermo biotecnologico nello spazio.
Conclusione
Chi avrebbe mai detto che proprio dove la vita sembra impossibile, la natura ci sorprende con i suoi funghi radiotrofi? Forse la prossima grande rivoluzione verrà proprio dal “vero nero” di Chernobyl.

Certe cose che fa la natura, io proprio non le capisco. Sarebbe bello se imparassimo da questi funghi a costruire cose che durano, senza sprecare sempre tutto.
Oh, questa cosa dei funghi mi ha proprio stupito! Roba che sembra fantascienza, invece è tutta vera. Mi fa venire voglia di scoprire di più, tipo come usano queste tecniche per salvare posti come il Colosseo o altro. Davvero fantastico quello che fa la natura!
Mi fa pensare ai muri di oggi, tipo il cemento coi batteri che si aggiusta da solo. Chissà se useremo mai questi funghi per fare case che si difendono dalle radiazioni senza sempre usare roba che finisce. A me pare che la natura ha già pensato tutto meglio di noi.
Ma pensa che roba, la natura che si inventa il suo scudo contro la distruzione. Sembra quasi una poesia: la vita che fiorisce proprio dove tutto dovrebbe finire. Nel green building cerchiamo materiali che proteggono dal tempo, ma i funghi di Chernobyl fanno ancora di più. Mi fa venire voglia di credere che anche quello che sembra morto, può diventare casa.