Hai mai immaginato di trovare un tesoro d’arte in una farmacia? A Napoli esiste un luogo dove storia, arte e scienza medica si intrecciano in modo affascinante. La Farmacia degli Incurabili custodisce ben 400 vasi in maiolica del Settecento, un patrimonio artistico e storico di valore inestimabile che racconta secoli di tradizione farmaceutica napoletana.
Situata all’interno dell’antico complesso ospedaliero fondato nel XVI secolo, questa farmacia storica rappresenta molto più di un semplice luogo dedicato alla medicina. È una vera e propria galleria d’arte nascosta, dove puoi viaggiare nel tempo e scoprire come si curavano le persone tre secoli fa.
È difficile non rimanere a bocca aperta di fronte a questo spettacolo: centinaia di vasi maiolicati, decorati con scene bibliche e allegorie, che un tempo contenevano pomate, unguenti e preparati medicinali, oggi sono testimoni silenziosi di un’epoca in cui l’arte e la scienza camminavano mano nella mano.
Un tesoro d’arte tra gli scaffali
I 400 vasi conservati nella Farmacia degli Incurabili non sono semplici contenitori. Sono autentici capolavori realizzati da maestri decoratori come Lorenzo Salandra e Donato Massa tra la metà e la fine del Settecento. Ogni pezzo è unico, decorato con minuziosa attenzione ai dettagli.
Questi vasi, noti anche come ‘potiche’, venivano utilizzati per conservare i medicamenti dell’epoca. Mentre ammiri le loro forme eleganti e i colori brillanti, puoi immaginare gli antichi speziali che preparavano rimedi seguendo ricette tramandate da generazioni.
La collezione è distribuita tra le varie sale della farmacia, con circa 235 vasi nella sola ‘controspezieria’. Questo ambiente, insieme agli altri spazi della farmacia, conserva ancora gli arredi originali, gli stucchi e persino pavimenti in maiolica che completano un’atmosfera di straordinaria bellezza artistica.
Un luogo dove la scienza incontrava l’arte
La Farmacia degli Incurabili non è importante solo per la sua collezione di vasi. Rappresenta uno spaccato della storia della medicina e della farmacia in Italia. Nel Settecento, le farmacie non erano semplici luoghi dove acquistare medicine, ma veri e propri laboratori dove si sperimentavano nuovi rimedi.
Gli speziali dell’epoca erano figure rispettate, con conoscenze che spaziavano dalla botanica alla chimica. Le preparazioni medicinali venivano realizzate con ingredienti naturali, seguendo tecniche raffinate che rappresentavano il meglio della scienza medica del tempo.
- I vasi più grandi contenevano sciroppi e preparati liquidi
- Quelli di medie dimensioni custodivano unguenti e pomate
- I più piccoli erano riservati a ingredienti preziosi e rari
Le decorazioni dei vasi non avevano solo uno scopo estetico, ma anche pratico: aiutavano a identificare il contenuto e spesso richiamavano simbolicamente le proprietà medicamentose della preparazione contenuta.
Una gemma nascosta di Napoli
Nonostante il suo straordinario valore storico e artistico, la Farmacia degli Incurabili resta ancora un luogo relativamente poco conosciuto rispetto alle principali attrazioni turistiche di Napoli. Si tratta di un vero peccato, perché rappresenta una delle più importanti testimonianze europee della farmacia storica e della produzione ceramica artistica napoletana.
Visitare questo luogo ti permette di scoprire un aspetto meno noto ma incredibilmente affascinante della cultura partenopea. Le sale della farmacia raccontano storie di scienza, arte e cura, in un’epoca in cui la medicina stava lentamente abbandonando le superstizioni per abbracciare un approccio più scientifico.
La prossima volta che ti trovi a Napoli, concediti una deviazione dai percorsi turistici più battuti e lasciati sorprendere da questo gioiello nascosto. Ti ritroverai immerso in un’atmosfera d’altri tempi, circondato dalla bellezza di un’arte che non ha mai smesso di dialogare con la scienza.
Come apprezzare al meglio questa meraviglia storica
Per godere appieno della visita alla Farmacia degli Incurabili, prenditi il tempo necessario per osservare i dettagli dei vasi. Ogni decorazione ha una storia da raccontare: scene bibliche, figure mitologiche, paesaggi e motivi floreali che rivelano la straordinaria maestria degli artigiani napoletani del ‘700.
Oltre ai vasi in maiolica, la farmacia conserva anche antichi strumenti farmaceutici, come mortai, alambicchi e bilance di precisione. Questi oggetti ci ricordano quanto fosse complesso e articolato il lavoro dello speziale, che doveva possedere competenze sia tecniche che artistiche.
Caratteristica | Dettagli |
---|---|
Numero totale di vasi | Circa 400 |
Periodo di realizzazione | XVIII secolo (Settecento) |
Maestri decoratori | Lorenzo Salandra e Donato Massa, tra gli altri |
Uso originale | Contenitori per medicamenti (pomate, unguenti, sciroppi e preparati farmaceutici) |
Decorazioni | Scene bibliche, allegorie e motivi ornamentali |
La Farmacia degli Incurabili rappresenta un patrimonio culturale inestimabile che merita di essere scoperto e preservato. È uno di quei luoghi dove il passato continua a vivere, insegnandoci quanto l’arte possa rendere più bella persino la scienza medica. Un tesoro nascosto che rivela come, anche nei secoli passati, i napoletani abbiano sempre saputo coniugare bellezza e funzionalità, creando opere che ancora oggi ci lasciano senza fiato.
Guarda che meraviglia, eh! Pensare che una volta facevano tutto per durare secoli, mica come adesso che dopo cinquant’anni devi rifare tutto. Qui a Napoli sanno proprio mescolare arte e scienza, nessuno come loro. Dovremmo imparare dagli antichi: magari un giorno torneremo anche noi a costruire cose belle e che restano! Mi viene voglia di andare subito a vedere quei vasi coi miei occhi.
Mamma mia, ma chi l’avrebbe mai detto che in una farmacia si trovavano opere d’arte così belle! A me pare quasi fantascienza, come il cemento coi batteri che si aggiusta da solo. Questi vasi di maiolica sono davvero un miracolo napoletano. Mi fa pensare che pure oggi dovremmo unire fantasia e scienza così. Complimenti a chi ancora conserva queste meraviglie!
Davvero incredibile che ci sono ancora 400 vasi del Settecento, grazie mille per aver raccontato tutto così bene!
Bella storia, però mi chiedo se mantenere un posto così sia davvero fattibile oggi, coi costi che ci sono. Certo, le cose fatte bene come gli acquedotti romani funzionano ancora dopo secoli. Ma chi le paga queste meraviglie? Speriamo che non finisca tutto in rovina come tanti altri tesori nostri.
Interessante come la microstruttura dei vasi incide sulla loro conservazione. Il consolidamento secondario qua è essenziale, come nelle nuove tecniche per restaurare il Colosseo. Sarebbe bello vedere questi metodi applicati pure in altri siti storici di Napoli.
Ma che spettacolo i vasi! Chissà se Lorenzo Salandra si arrabbiava se li graffiavano tipo noi col SUV nuovo. Certo che questi usavano materiali naturali e duraturi, altro che i palazzi di oggi che dopo due piogge perdono i pezzi. Mi sa che avevano già capito tutto sulla bioedilizia, senza bisogno del Green Deal. Comunque, la prossima volta a Napoli ci devo andare, magari mi danno una pomata magica pure per il mal di schiena!
Bellissimo racconto, mi fa pensare ai materiali alternativi che usano oggi, tipo la canapa cementizia, era tutto più bello prima!
Tutto bello, ma senza numeri precisi sulla resistenza della maiolica rispetto ad altri materiali vulcanici, come faccio a capire se davvero è speciale?