Ti sei mai chiesto se l’Italia sia mai stata ai vertici della tecnologia mondiale? Forse non lo sai, ma c’è stato un momento in cui il nostro Paese deteneva un vero e proprio record europeo: quello della centrale nucleare più potente. E non parliamo di un secolo fa, ma degli anni Sessanta, periodo di rivoluzione, sogni e grandi opere.
Oggi ti porto a Borgo Sabotino, una frazione di Latina, dove tra il 1958 e il 1963 prese forma un progetto che avrebbe fatto brillare gli occhi a scienziati ed ingegneri di tutto il continente. Un primato dimenticato, che stride con il presente fatto di demolizioni e ricordi ingialliti. Ma cosa è successo davvero? E perché questa storia può insegnarci molto persino sulle scelte energetiche di oggi?
L’Italia all’avanguardia: quando Latina accese l’Europa
- Nel giugno 1963 entra in funzione la centrale nucleare di Latina, prima in Italia e, per un intero anno, la più potente d’Europa.
- Il reattore Magnox installato raggiunge una potenza tra i 200 e i 210 MW: numeri da capogiro per l’epoca.
- L’impianto diventa subito simbolo di modernità e orgoglio per il Paese: la scienza e la tecnologia italiana sembrano avere il mondo ai piedi.
Immagina per un attimo l’Italia degli anni Sessanta: sogni di benessere, rivoluzione industriale, ottimismo. La centrale di Borgo Sabotino non era solo una fabbrica di energia, ma un manifesto. Tecnici inglesi e italiani fianco a fianco, per dimostrare all’Europa che anche qui si poteva innovare sul serio. Cosa rappresentava tutto ciò? Un Paese capace di scommettere sul futuro, senza paura di osare.
Il sogno spezzato: dal primato allo smantellamento
- Dopo appena un anno arrivano centrali ancora più potenti all’estero, ma Latina rimane pietra miliare per l’energia in Italia.
- Nel 1987 il referendum sul nucleare cambia tutto: l’Italia dice addio all’energia atomica.
- La centrale viene spenta e comincia un lungo, costoso processo di demolizione, chiamato “decommissioning”.
Ti sembra assurdo? Eppure è andata proprio così. Da simbolo dell’innovazione a “relitto” ingombrante. Oggi a Latina rimangono solo gli scheletri delle strutture, ancora in attesa di scomparire del tutto. Un contrasto forte, quasi doloroso, tra quello che siamo stati e quello che scegliamo di essere. Ti sei mai chiesto il perché di una scelta simile?
Cosa ci insegna questa storia?
- L’energia nucleare divide, fa paura, ma racconta anche di ambizioni e scelte politiche coraggiose (o forse troppo rischiose?).
- Il passato da leader europeo dura poco, ma lascia una traccia indelebile nel tessuto industriale e culturale del Paese.
- Oggi l’Italia fa i conti con il suo “patrimonio tecnologico” abbandonato e riflette su come produrre energia in modo sostenibile e sicuro.
| Oggi | Ieri |
|---|---|
| Processo di demolizione (decommissioning) ancora in corso | Primato europeo, innovazione e orgoglio nazionale |
| Energia principalmente da fonti rinnovabili e gas | Sviluppo rapido delle tecnologie nucleari |
Forse il “primato dimenticato” della centrale di Latina può insegnarci qualcosa anche oggi, mentre ci interroghiamo su quali fonti energetiche puntare per il futuro. Tra scelte difficili e sfide ambientali, ogni decisione si porta dietro conseguenze che solo a distanza di decenni diventano chiare.
La prossima volta che sentirai parlare di energia, ricorda: anche l’Italia, nel suo piccolo, ha avuto il coraggio di accendere l’Europa. E tu, cosa ne pensi di questa storia? Hai mai pensato che la memoria tecnologica di un Paese potesse essere così sorprendente?
Bellissimo articolo, davvero toccante. Come nell’arte antica si sceglievano con cura i materiali, anche qui c’era tanta passione per il fare bene. Grazie di cuore, mi avete fatto emozionare e ricordare un’Italia che non si vede più.
Ma secondo te oggi saremmo meglio col nucleare o ci stiamo solo accontentando di andare indietro come i gamberi?
Ma tipo come con il cemento romano di Vitruvio, ci stanno pure scienziati che provano a rifare le vecchie tecnologie delle centrali nucleari? Mi chiedo se studiano queste cose per usarle meglio oggi. Sarebbe bello capire se si impara davvero dal passato o si lascia tutto andare.