Bullicame di Viterbo: la sorgente di Dante che ribolle ancora oggi

Alessio Barbieri
Di
Alessio Barbieri
Alessio Barbieri è un curioso di professione e instancabile esploratore di vicende insolite. Ama scavare negli angoli più nascosti di storia, scienza e cultura popolare, svelando...
leggi in 5 minuti


Hai mai sentito parlare del Bullicame di Viterbo? Questa sorgente termale rimane viva e caldissima (58°C!) ancora oggi, citata da Dante nel suo celebre “Inferno”. Una meraviglia naturale che, tra vapori sulfurei e storie di santi e dannazione, continua a stupire escursionisti, studiosi e curiosi.

Ma perché il Bullicame è così speciale? Perché rappresenta allo stesso tempo la cura e l’inferno, la ricerca di guarigione e la condanna letteraria. Preparati a scoprire come la storia di questa sorgente sfidi ogni logica consueta!



Il Bullicame tra realtà viva e simbolo letterario

Il Bullicame di Viterbo non è solo un capolavoro geologico, ma un vero ponte tra natura e letteratura. Dante lo cita esplicitamente nel XIV canto dell’Inferno:

“Quale del Bulicame esce ruscello” (Inferno XIV, 79)

Qui il ruscello termale, con le sue acque ribollenti e il tipico colore biancastro dovuto ai depositi di travertino, diventa metafora dei fiumi infernali. Un fenomeno simile a quello delle Cascate di Pamukkale, celebri per i loro depositi di travertino che incantano i visitatori con piscine naturali spettacolari. In pratica, quello che per i viaggiatori era un luogo di cura e meraviglia, per il sommo poeta si trasforma in sinistro scenario della dannazione eterna.

RealtàDante Inferno
Sorgente termale a 58°C, utile per la saluteSimbolo di pena e castigo nel XIV canto

Le terme di Viterbo tra storia e leggenda

La sorgente termale del Bullicame è famosa fin dal Medioevo per i suoi effetti benefici. Le proprietà disinfettanti e lenitive delle acque sulfuree erano celebri in tutta Europa. Sapevi che i Papi restauravano la salute proprio qui? Non era raro che pellegrini famosi o donne colpite da malattie intime si affidassero al Bullicame (autorizzate solo se prostitute, per motivi igienici già dal 1496!).

  • Proprietà antibatteriche e curative
  • Consigliata per problemi ginecologici
  • Punto di ritrovo di “pettatrici”—donne che lavoravano la canapa

La storia locale si arricchisce di episodi curiosi: le famose “pettatrici” (probabilmente tessitrici di canapa) si recavano alle vasche per sfruttarne calore e minerali. C’era anche chi, scherzosamente, vedeva nelle loro attività un rimando alle “peccatrici” dantesche. Un esempio di come i confini tra mito letterario e vita reale possano sfumare!

Curiosità e miti popolari attorno al Bullicame

Attorno al Bullicame le leggende si moltiplicano. Alla stessa sorgente sono legate ritualità pagane, racconti di guarigioni clamorose, addirittura ipotesi di fonti miracolose. Nulla di tutto ciò sminuisce, anzi esalta, il fascino ancora attuale del sito.

Eppure, il suo legame con la canapa e le “pettatrici” mostra come le acque termali abbiano influenzato economia, salute e folklore locale. Persino il contrasto tra la dannazione infernale dantesca e la ricerca di benessere dei Papi racconta la doppia anima di questo luogo straordinario. Il territorio viterbese è ricco di sorprese idrologiche: pensa ad esempio al vicino Lago di Bolsena, il più grande lago vulcanico d’Europa, famoso per la purezza delle sue acque e il fascino misterioso del suo originarsi da antiche attività vulcaniche.

In sintesi

  • Il Bullicame di Viterbo è una sorgente termale ancora attiva e accessibile.
  • Dante lo cita come simbolo dei fiumi infernali nell’Inferno.
  • Usato dai Papi e dalle donne per le sue proprietà curative.
  • Ha segnato tradizioni, miti e la storia della canapa locale.
  • Mette in dialogo la realtà fisica e la metafora letteraria.

Domande frequenti

Quali sono le proprietà curative del Bullicame?

L’acqua sulfurea favorisce il benessere della pelle, lenisce infiammazioni e ha effetti antibatterici, utili per problemi ginecologici.

Perché Dante ha citato il Bullicame?

Scelse il Bullicame per rendere vivido e minaccioso il paesaggio infernale, usando un elemento reale noto ai lettori dell’epoca.

Chi erano le “pettatrici” legate al Bullicame?

Erano probabilmente donne che lavoravano la canapa nei pressi delle terme, sfruttando le acque calde per la lavorazione. Questo tipo di lavoro legato all’acqua ricorre spesso nel viterbese, come suggerisce anche la Catena d’Acqua di Villa Lante, celebre fontana a Bagnaia che segna la profonda relazione fra ingegno umano, territorio e risorse idriche.

Ci sono altre sorgenti termali famose a Viterbo?

Sì! Tra le più note: Terme dei Papi, Bagnaccio e Piscine Carletti, tutte con acque ricche di minerali e proprietà benefiche.

La prossima volta che visiterai Viterbo, fermati al Bullicame. Respira il suo vapore, ascolta i miti e chiediti: inferno o paradiso? Sta a te decidere!

Alessio Barbieri è un curioso di professione e instancabile esploratore di vicende insolite. Ama scavare negli angoli più nascosti di storia, scienza e cultura popolare, svelando quelle chicche sorprendenti che non sapevi di voler conoscere. Con ironia e passione, accompagna i lettori di Quel che non sapevi in un viaggio sempre nuovo alla scoperta del lato più affascinante e inatteso della conoscenza.
Nessun commento