Buco di Viso: la storia del primo traforo alpino ancora percorribile

Alessio Barbieri
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Alessio Barbieri
Alessio Barbieri è un curioso di professione e instancabile esploratore di vicende insolite. Ama scavare negli angoli più nascosti di storia, scienza e cultura popolare, svelando...
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Sapevi che il Buco di Viso fu costruito nel 1480 per evitare una tassa sul sale? Questa incredibile traforo, scavato a 2882 metri usando tecnologie medievali, rappresenta un pezzo unico della storia alpina e ancora oggi puoi attraversarlo durante una camminata.

L’idea di bucare una montagna per aggirare una tassa sembra una leggenda, invece è realtà. Ma perché proprio lì, e come sono riusciti a fare una cosa del genere così tanti secoli fa? Un caso simile è rappresentato dalla Galleria romana della Gola del Furlo, altro traforo storico scavato per motivi strategici e commerciali.



La storia del Buco di Viso: un traforo nato per il sale

Nella seconda metà del Quattrocento, il commercio del sale era vitale per la sopravvivenza e l’economia locale. Le autorità imponevano tasse su questo prezioso bene, obbligando i commercianti a cercare soluzioni creative. Così, nel 1480, nacque il Buco di Viso, il primo traforo artificiale delle Alpi.

  • Realizzato per collegare la valle Varaita (Italia) con la valle del Queyras (Francia).
  • Lo scopo? Passare con il sale evitando la dogana e le relative tasse.
  • Lungo circa 75 metri, traforato in piena roccia a quasi 2900 metri di quota.

Tecnologia medievale: come si costruisce un traforo a 2882 metri

Non c’erano esplosivi, macchinari elettrici o GPS. Il traforo fu scavato a mano, con martelli, scalpelli e tanta pazienza. Gli operai lavoravano in condizioni estreme, tra freddo e carenza di ossigeno, seguendo solo le inclinazioni della montagna e la loro esperienza. Molte di queste tecnologie perdute e tecniche manuali sono davvero sorprendenti e spesso rimangono ancora oggi avvolte nel mistero.

  • Il Buco di Viso è largo circa 1,8 metri e alto 2 metri.
  • Le pareti conservano ancora i segni degli antichi attrezzi.
  • Era necessario garantire la massima sicurezza contro frane e infiltrazioni.
CaratteristicaDettaglio
NomeBuco di Viso
Anno di costruzione1480
Altitudine2882 metri
Lunghezza75 metri
ScopoEvitare la tassa sul sale
Stato attualeAncora percorribile

Il Buco di Viso oggi: sentiero tra storia e natura

Oggi il Buco di Viso è una meta amata da escursionisti e appassionati di storia. Il percorso offre panorami spettacolari sulle Alpi Cozie e l’opportunità di attraversare lo stesso passaggio usato dai contrabbandieri cinquecento anni fa.

  • Si percorre solo a piedi e in estate.
  • Richiede abbigliamento adeguato da trekking.
  • Regala un’emozione autentica: qui la storia si tocca con mano!

In sintesi

  • Il Buco di Viso è il primo traforo artificiale delle Alpi.
  • Fu scavato nel 1480 per evitare una tassa sul sale.
  • Un’opera di ingegneria medievale a quasi 2900 metri d’altitudine.
  • Ancora oggi è percorribile come sentiero escursionistico.
  • Testimonia l’importanza del sale nella storia europea, proprio come raccontano le Saline di Trapani e le loro vicende millenarie legate al commercio di questo prezioso elemento.

Domande frequenti

Quali tecnologie medievali furono usate per il Buco di Viso?

Furono utilizzati solo attrezzi manuali, come martelli e scalpelli, senza esplosivi o mezzi moderni.

È possibile percorrere oggi il Buco di Viso?

Sì, il traforo è percorribile a piedi durante la stagione estiva da escursionisti preparati.

Perché il sale era così importante nel 1400?

Il sale era fondamentale per la conservazione degli alimenti, la salute e l’economia locale.

Ora che conosci la storia unica del Buco di Viso, potresti pensare a quanto la creatività e il coraggio abbiano plasmato le montagne che oggi attraversiamo.

Alessio Barbieri è un curioso di professione e instancabile esploratore di vicende insolite. Ama scavare negli angoli più nascosti di storia, scienza e cultura popolare, svelando quelle chicche sorprendenti che non sapevi di voler conoscere. Con ironia e passione, accompagna i lettori di Quel che non sapevi in un viaggio sempre nuovo alla scoperta del lato più affascinante e inatteso della conoscenza.
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